WHO’S THAT GOSS?
Tranquilli, non parliamo di Madonna (non questa volta), ma di Matt Goss.
Non vi ricordate chi era? Se il nome non vi dice nulla, probabilmente vi ricorderete invece dei Bros. Ecco: bravi: i Bros. Il trio di bellocci inglesi che possiamo considerare la prima boy band della storia (con tanto di marketing a supporto, evidente nel logo del gruppo), esplosa nel 1987 e di fatto scomparsa già alla fine del decennio, lasciandosi alle spalle diversi dischi di platino, tonnellate di gel e una manciata di singoli orecchiabili (I Owe You Nothing, Drop The Boy e soprattutto When Will I Be Famous?).
Bros è l’abbreviazione inglese per “fratelli” (Mario Bros, anyone?) e infatti i Bros erano composti dai due fratelli gemelli, ma non identici, Matt (voce) e Luke (batteria) Goss. Con loro il bassista Craig Logan, di cui si ricorda soprattutto un concerto a Berlino in cui suonò dietro le quinte dopo essersi rifiutato di salire sul palco per esaurimento: una giustificazione che ai tempi sarebbe sembrata perfetta per un dipendente pubblico italiano, ma che fece scalpore in un ragazzo inglese.
Del resto il pubblico dei loro concerti, composto da fans femmine e dai loro fidanzati maschi, non andava certo ai concerti per vedere Craig, ma soprattutto i Goss e in particolare Matt, che con quel viso da angioletto, i capelli biondo platino sempre perfetti, gli orecchini e le memorabili giacche rosse con spalline da un metro in stile Daitarn III (prontamente sostituite da giubbotti di pelle nel secondo album) è stato uno dei simboli del look anni Ottanta.
I Bros occuparono di botto il vuoto lasciato dai Duran Duran, che in quegli anni avevano cominciato a stancare e a stancarsi, e prepararono (insieme ai New Kids on the Block) la strada a tutte le boyband successive. La Brosmania, cosmica e passeggera come un temporale d’agosto, imperversò appunto per un paio d’estati riempiendo gli stadi e le tasche dei Goss e dei loro manager; poi svaporò altrettanto rapidamente, al punto che quelle canzoni oggi nessuno le passa più nemmeno in radio. Un mezzo peccato, perché tutto sommato funzionano ancora e mantengono lo stile fresco e orecchiabile che, dalle Spice Girls a Justin Timberlake, non ha mai smesso di funzionare.
Nel frattempo il buon Matt ha cominciato una carriera da solista, con molto impegno ma scarso successo nonostante resti indubbiamente un bel ragazzo, anzi un bell’uomo. Si è anche modernizzato, e come potete vedere sfoggia oggi tatuaggi, barba incolta, capello castano e cappello: una specie di Beckham senza pallone. Ha lasciato Londra senza che nessuno l’abbia notato, vive a Los Angeles e visto che le sue canzoni più recenti non sembrano funzionare un granché, ha pensato bene di rifare When Will I Be Famous? in stile confidenziale. Ma se nel 1987 la canzone aveva un senso e tutta una sua carica, adesso Matt dovrebbe cantare al massimo “When Have I Been Famous?” e usarla come sigla dell’Isola dei Famosi…
Matt, perché non ci fai un pensierino?.