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Bel bambino, facciamo una foto con la scimmia?

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Se negli anni 80 siete stati almeno una volta in vacanza in Romagna, vi sarà capitato di vedere sia in spiaggia che per le strade delle località balneari, simpatici (si fa per dire) fotografi accompagnati da animali.

E al grido di “bel bambino facciamo la foto con la simmia” (leggetelo in romagnolo), il fotografo vi schiaffava addosso l’animale per vendere ai nostri genitori una bella foto ricordo.

Ma nelle spiagge era possibile vedere anche leoncini e tigrotti pronti ad essere utilizzati per gli scatti con le famiglie in vacanza.

Durante tutti gli anni 80, gli animali venivano usati dai fotografi per scattare immagini con i bagnanti nelle spiagge. Un vero sfruttamento di cuccioli che avevano risvolti che la maggior parte dei turisti ignoravano.

I poveri animali trascorrevano molte ore sotto il sole, alimentati scorrettamente e molto spesso sedati affinché rimanessero tranquilli in braccio ai bambini. Alla fine della stagione balneare, la maggioranza di questi animali venivano abbandonati o soppressi.

Il fotografo Santino Casallboni intervistato dal Resto del Carlino ha dichiarato:
il lavoro procedeva bene, d’estate andavamo in spiaggia con la scimmietta e il leoncino, avevamo anche la capanna hawaiana, molto richiesta, mentre di sera per strada si scattavano foto ai turisti”.

Fino all’inizio degli Anni 90, la legge italiana consentiva ancora di usare gli animali, anche esotici, come soggetti fotografici, fortunatamente oggi questo non è più possibile.

Lo sfruttamento degli animali, in Italia, non è solo un lontano ricordo: basti pensare che, secondi i dati della Lega Anti Vivisezione, nel 2017 in Italia sono stati avviati 7100 procedimenti per reati contro gli animali.

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