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I Cavalieri dello Zodiaco

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Cavalieri dello Zodiaco

Chi da bambino non ha litigato con amichetti, fratelli e cugini per impersonare (o accaparrarsi nei combattimenti tra pupazzi) il proprio cavaliere preferito?
Una specie di modello: “Da grande voglio essere forte e intelligente come lui; coraggioso e invincibile”.
Perché questo sono stati I Cavalieri dello Zodiaco: esempi positivi (al di là delle scene di lotta che, risolvendosi per lo più in esibizioni acrobatiche non hanno mai mostrato la violenza vera e propria); incarnazioni di valori sani come la lealtà e la saggezza abbinata alla forza.

https://youtu.be/ynxOeCZPvuA

Solo a un giapponese poteva venire in mente di ambientare tra le rovine dei templi greci (che per molti adolescenti rappresentano la concretizzazione di fobie e mal di pancia legati allo studio del greco antico) le avventure di un gruppo di ragazzi contemporanei. Proprio così: giovani comuni all’apparenza, ma dotati di poteri straordinari.

Nel 1986 il pubblico del Sol Levante può guardare per la prima volta alla televisione le avventure di questi personaggi, in cui il fumettista Masami Kurumada sintetizza l’eroismo dell’animazione robotica e gli elementi del mito ellenico.
E’ così che nascono Pegasus, Andromeda, Crystal, Sirio e Phoenix.
I Cavalieri dello Zodiaco, appunto, che compiono oggi trent’anni.

https://www.youtube.com/watch?v=572mLxjYOl0

In effetti, i cartoni animati giapponesi avevano già invaso la “cima dell’Olimpo” con le strambe avventure di Pollon Combinaguai e dei suoi amici; tuttavia la mitologia classica si impone come fenomeno pop (particolarmente vicino ai più piccoli) solo grazie ai Cavalieri.
Come accennato, i protagonisti non sono altro che teenager giapponesi che si addestrano per diventare Saint, ovvero paladini della dea Atena/Lady Isabel.
Un ordine millenario, che protegge dalla minaccia di forze oscure non solo la divinità (che nella serie ha le sembianze di una delicata fanciulla dai lunghi capelli), ma l’intera umanità.

cavalieri dello zodiacoOltre alle sfavillanti armature (e alle prodezze in combattimento), quello che colpisce dei Cavalieri è il linguaggio aulico: da Orlando Furioso in blue jeans, diciamo.
Questa caratteristica, insieme alle storie di amicizie indissolubili e amori tragici, ne fa eroi epici in piena regola e ne rende straordinario – nel senso, letteralmente, di “fuori dall’ordinario” – il successo: alzi la mano su chi avrebbe scommesso cento lire sulle possibilità di una serie di ragazzotti senza macchia, senza paura e impegnati a declamare come un supplente di italiano delle superiori.

Trasmessi prima su Odeon Tv, poi su Italia 7 e infine su Italia 1 (con una versione edulcorata), i valorosi Cavalieri ci accompagnano da tre decenni con le loro gesta.
Solo grazie a loro la generazione degli anni 80 e 90 ha avuto l’opportunità di familiarizzare coi miti e le leggende della grecità classica, ma anche coi versi dei poeti citati da Pegasus & co., tra cui Dante e Leopardi.

 

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