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“Dallas” e l’Italia “a stelle e strisce”

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Serie iconiche nel decennio iconico per eccellenza. “Dallas” e l’Italia a stelle strisce. Quella rampante degli Ottanta, naturalmente.

Come potrebbe essere altrimenti? Il telefilm in questione, prodotto dalla CBS dal 1978 al 1991 ha rappresentato, se vogliamo, una delle prime sortite del cecchio stivale nel patinatissimo panorama televisivo statunitense.

Pensateci: J.R. e gli altri sono stati un po’ gli ambasciatori (inconsapevoli) di un mondo che in Italia abbiamo sempre guardato con ancestrale devozione. In principio fu RAI 1. Nel belpaese, infatti, la serie (nata nel 1978) è andata in onda, per la prima volta, dal 4 febbraio al 29 aprile 1981 sulla cosiddetta rete ammiraglia della Rai, che ha trasmesso la miniserie e i primi episodi della prima stagione.

Pochi mesi dopo, per guadagnare ascolti, gli episodi successivi vennero acquistati e mandati in onda da Canale 5, che ha fatto del telefilm uno dei suoi fiori all’occhiello nella guerra dell’audience degli anni 80.

Non solo. “Dallas” è stata una delle prime serie a essere distribuite in quasi tutto il mondo. È stata tradotta e doppiata in 67 lingue diverse in più di 90 nazioni, un record per la televisione americana ancora imbattuto. Fra i tanti episodi trasmessi, il più famoso rimane sicuramente quello dell’attentato a J.R. e l’episodio in cui si svelava il colpevole fu seguito in America da più di 83 milioni di persone, con uno share del 76%. L’Italia, dicevamo.

Nel nostro Paese “Dallas” ha avuto un impatto quasi devastante. Altroché. Ricchezza, sesso, intrighi, giochi di potere. Probabilmente, solo pochi telefilm hanno saputo adattarsi, allo stesso modo, ad un determinato periodo storico.

In parole povere, l’Italia che guardava “Dallas” riusciva ad immedesimarsi nelle storie e nei personaggi poiché strettamente legata a quel tipo di dinamiche. Strano a dirlo – soprattutto oggi – ma l’ottimismo ancestrale degli Ottanta era figlio pure di telefilm come “Dallas”, per l’appunto.

Per ciò che concerne la trama, invece, caratteristica principale della serie (e con essa, anche degli altri serial del periodo, Dynasty e Falcon Crest) sono i finali di stagione con grandi colpi di scena (comunemente chiamati “cliffhanger”). Proprio a “Dallas” appartiene uno dei più importanti colpi di scena della storia della tv americana, quel “Chi ha sparato a J.R.?” che ha tenuto incollati al televisore milioni di spettatori in tutto il mondo.

Altro merito (non da poco) del telefilm che girava attorno ad una ricca famiglia feudale del Texas: gli Ewings, è stato quello di puntare i riflettori sull città del Texas rendendola famosa nel mondo. Quasi quanto i Cowboys dell’NFL o i Mavericks dell’NBA. Sono stati numerosi pure i premi racimolati dall’opera nel corso degli anni (tra cui quattro Emmy Awards).

Insomma, l’Italia che amava Dallas era un’Italia che amava anche sé stessa. Un’Italia più ingenua, forse, ma dannatamente spregiudicata e a caccia di sogni. L’Italia degli anni Ottanta e di un’età dell’oro che forse non tornerà più. Come J.R.

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