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Duran Duran: Save a prayer

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Oggi continuiamo a parlare di Duran Duran per dedicarci a una delle ballate più belle degli anni 80.
Questo singolo è estratto sempre dal secondo album della band Rio, di cui abbiamo già discusso in un precedente articolo.

Tra tutti i singoli estratti dall’album, Save a Prayer è di sicuro quello che ottiene maggiore e più duraturo successo.
Viene pubblicato nell’estate del 1982 e riesce a posizionarsi addirittura al secondo posto della classifica dei singoli britannica, preceduta dall’altra icona del periodo “Eye of the Tiger” dei Survivor, trainata dalla saga di Rocky.

Negli Stati Uniti, invece, inizialmente non viene pubblicato come singolo, vista la difficoltà dei cantanti europei ad imporsi nel mercato americano; nel 1985, quando i Duran Duran diventano un fenomeno globale, verrà però rilasciata una versione speciale che ottiene un buon piazzamento nella Hot 100.

A differenza di altre canzoni dei Duran Duran come Rio, Hungry Like the Wolf, Girls on Film, brani tutto sommato spensierati e stravaganti, Save a Prayer è una ballata classica, sicuramente una delle più belle di tutti gli anni 80. Molti si ricorderanno l’intro della canzone, con il sintetizzatore che ripete un arpeggio per tutta la durata del brano. Le tastiere sembrano portarti in un’altra dimensione, dove i sogni non finiscono mai e dove il tempo non ha significato. Save a Prayer parla dell’incontro di due ragazzi che passano una notte insieme. La ragazza esita, ha paura e insicurezze; Simon la invita a lasciarsi andare, a non pensare troppo alle promesse e a quello che c’è oltre la notte: di farlo semmai domani, perché questa non va vista come l’avventura di una notte, ma un assaggio di paradiso.

Insomma, è un vero e proprio inno alla spensieratezza tipico dell’inizio degli anni 80, un “Carpe diem” in versione New Romantic. Donald A. Guarisco, giornalista di AllMusic, ha descritto la canzone come “un poema epico”.

Ha scritto: “La musica mantiene la qualità romantica del lirico combinando versi meditativi con un coro dolorante che si gonfia e si dissolve in un modo che cattura perfettamente il cuore spezzato della canzone”.

Anche per questo singolo viene realizzato un video musicale, fra le novità dei primi anni 80. Come per Rio o Hungry like the Wolf, anche Save a Prayer viene girato in una zona esotica, immersa tra giungle e spiagge dello Sri Lanka. Viene poi realizzato un ulteriore video durante la registrazione dell’album Live Arena.

Save a Prayer resta a mio parere una delle migliori canzoni anni 80, che eleva i Duran Duran al pari degli altri grandi artisti del periodo.

Dopo 3 decenni è ancora ascoltatissima e inconfondibile: ha passato più di 3 decenni rimanendo un evergreen, capace di proiettare un’atmosfera di dolente nostalgia fin dalle prime note.

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