Oggi ospite della nostra nuova intervista è Roberto Zanetti alias “Savage“, cantante e produttore di successo.
Cosa ti ricordi e cosa ti manca di quegli anni?
Mi ricordo una smisurata voglia di vivere,di emergere, di lavorare e di divertirsi che oggi purtroppo mi sembra si sia persa.
La musica era la colonna sonora della vita e le canzoni che ascoltavi in radio erano le stesse che ballavi poi in discoteca.
Hai qualche aneddoto curioso da raccontarci?
Era gennaio 1984 e suonavo con una cover band in un locale di Varazze, era da poco uscita “don’t cry tonight” e già era un successo, ma ancora facevo l’orchestrale perchè vivevo di quello e non ero abbastanza famoso da fare il cantante solista…una domenica pomeriggio alle 14 passò la registrazione di Discoring su RAI ed era la mia prima apparizione televisiva, la guardarobiera del locale mi incontra e mi dice “sai che oggi in TV c’era un cantante inglese che ti somigliava un casino?”….ho capito che la vita mi stava cambiando.
Come ti è venuta l’idea di cantare in inglese? Era un fatto di moda o c’era l’idea di vendere anche all’estero?
Prima di tutto la dance era quasi tutta cantata in inglese, poi ero un fan dei Depeche Mode e del Brit Pop del periodo, quindi non riuscivo proprio a scrivere pezzi in italiano. Un paio di anni prima comunque avevo fatto parte dei Santarosa ed eravamo già stati in classifica in Italia, poi avevo scritto canzoni per Stefano Sani, in italiano, ma il mio mondo era l’elettropop e suonava meglio se cantato in inglese.
Chi si occupava dei testi (considerando che ai tempi nessuno capiva l’inglese, almeno in Italia)?
All’ inizio li scrivevo io ma erano pieni di errori…ahaha….mi hanno poi detto persone di madrelingua che malgrado errori grammaticali erano comunque molto poetici…in seguito iniziai a collaborare con autori inglesi quali Paul Jeffery e Gwen Aantii, io facevo la musica, loro i testi.
Sia nei dischi, nei video e nelle performance live, gli anni 80 sono ricordati per una elaborata costruzione dell’immagine dell’artista. Chi si occupava della tua immagine: facevi da solo o qualcuno ti consigliava?
Ho sempre fatto da solo. Fondamentali sono state le scelte di mettere il cappello e i laccetti ai polsi, vestiti scuri e jeans attillati…in seguito alcuni stilisti emergenti mi portavano i loro abiti, ricordo in particolare Sandro P. di Firenze…era fortissimo…mi faceva delle giacche scure con l’interno foderato di raso rosso da portarle con le maniche col risvolto.
“Don’t Cry Tonight” ha cambiato la tua vita? Se si, in che modo?
Certo…sono diventato cantante…prima ero musicista, orchestrale, arrangiatore…poi sono diventato famoso e per un certo periodo questo mi ha comportato piccoli problemi…ero inseguito da ragazzine, alcune chiamavano mia mamma che aveva un negozio e le chiedevano appuntamenti con me….non avevo più una vita privata e ovunque andavo mi chiedevano autografi….ancora oggi quando canto “don’t cry…”mi viene la pelle d’oca…e a volte la lacrimuccia….
Com’è avvenuto il passaggio da cantante a produttore (di successo) ?
Ero già produttore di me stesso, poi iniziai a scrivere anche per altri e per un lungo periodo ho deciso di mettere in pausa Savage per dedicare il mio tempo allo studio di registrazione come produttore…E’ stato un passaggio naturale, la musica era il mio mestiere e la mia arte…ho scritto e prodotto brani che hanno venduto milioni di copie e soprattutto sono stati amati in ogni angolo del Pianeta…essendo artista e cantante sapevo come scrivere e confezionare canzoni e riuscivo a creare Artisti famosi partendo da ragazzi completamente sconosciuti…ICE MC, Alexia, Double You…
Oggi abbiamo tutti i mezzi digitali e i dischi (purtroppo) non li compra più nessuno, cosa deve fare un artista oggi per uscire dal mucchio?
Purtroppo oggi è così facile fare musica che le canzoni e gli artisti si assomigliano troppo e pertanto non riescono ad emergere o se lo fanno durano veramente poco…qualcuno viene fuori dai Talent, ma poi non dura perchè non riesce a dare continuità alla sua carriera.
Avendo a disposizione la macchina del tempo per tornare negli anni 80, cambieresti qualcosa?
No…sono stati magici…ho fatto un sacco di errori ma non cambierei nulla….Per quanto mi riguarda avrei solo desiderato una casa discografica più importante per avere più promozione, soprattutto in alcuni paesi dove sono arrivato solo dopo anni grazie ad internet e i canali video.
Tramite la tua pagina facebook (https://www.facebook.com/robertozanettisavage) vediamo con piacere che ti esibisci ancora (e con grande successo), cosa provi ogni volta che sali su un palco?
Ogni volta ho il terrore che qualcosa vada storto, che succeda un inconveniente tecnico…poi una volta sul palco vedo così tanto affetto e calore che dimentico tutto e lo spettacolo scorre via liscio….Ogni volta che canto in paesi lontani come possono essere il Kazakistan, l’Amazzonia, l’America….mi meraviglia quanto la musica possa viaggiare e trasmettere sensazioni…vedere persone che piangono e si commuovono ascoltando le mie canzoni è una sensazione impagabile…il senso di una vita.
Progetti per il futuro?
Per ora concerti…ho parecchie canzoni scritte ma ho paura di inciderle perchè so che potrebbero anche passare inosservate per la difficoltà di promuoverle…e allora rimando….ma prima o poi mi deciderò a registrarle…sono bellissime…e sono veramente ANNI 80 !!!
Grazie per la disponibilità!
Grazie a voi,
un abbraccio!!!