Abbiamo intervistato l’amico Antonio Nati di Arcadestory che vedremo a partire dal 25 dicembre sul canale Dmax con il programma “Videogame Hunters“.
Appuntamento sul canale 52 DMAX del gruppo Warner Bros con la prima serie factual dedicata all’universo del retrogaming in Italia, con protagonisti gli Arcade Story, il collettivo fondato da Antonio Nati, punto di riferimento della scena pop del nostro Paese. La serie debutterà in prima tv assoluta su Dmax mercoledi 25 dicembre alle 21.25.
Antonio, com’è nato Arcade Story e la tua passione per i cabinati?
La mia Passione è nata quando entravo nelle sala giochi di fine anni 70 e mi perdevo in quei fantastici luoghi fatti di luci, suoni e colori. I primi giochi con cui iniziai a divertirmi erano elettromeccanici come 400 Miles oppure Gun Fight della SEGA. Il primo ti faceva guidare una proiezione di un’auto su un percorso in salita e scendevano delle macchine rosse e dovevi evitarle. Il secondo era un ambientazione western ricostruita minuziosamente, dove agli antipodi c’erano due pistoleri che dovevano duellare. Sparando era possibile colpire dei cactus che si trovavano nella linea di tiro e questi di rompevano piegandosi a metà! Bellissimo. Col passare del tempo sono arrivati i primi videogiochi a colori e da Pac-Man a Donkey Kong è scoppiato l’amore eterno. Nel 2017 ero ignaro che questo mondo esistesse ancora, tale fu il mio stupore nel comprendere che i giochi a cui avevo giocato da piccino erano tutti bootleg che decisi di fare dei video per far comprendere alle persone che amano i videogiochi, cosa ci siamo persi in tutti quegli anni. Ecco che Arcade Story nasce per far vedere che Track & Field (le Olimpiadi) non aveva un joystick ma solo bottoni, oppure che Cabal si giocava con le Track Ball e non col joystick, e così per moltissimi altri titoli.
Quali sono state le difficoltà nella creazione di Arcade Story e nel recupero dei vecchi cabinati?
La grossa difficoltà è stata quella di fidarsi di mandare dall’altra parte del mondo grosse somme di denaro senza essere truffati. In Europa non ci sono più cabinet originali e il paese più florido per questo mercato sono gli Stati Uniti. Nessuno vende ad un Italiano con PayPal per beni e servizi, perché in tantissimi sono stati truffati. Gli Italiani aspettavano il 29° giorno prima della scadenza dell’assicurazione e facevano ricorso a PayPal dicendo che non avevano ricevuto il bene come avevano pattuito e PayPal restituiva i soldi all’acquirente, così il venditore si trovava senza il bene e senza i soldi.
Per questo motivo dovevo inviare soldi senza nessuna garanzia e ho dovuto studiare moltissimo per conoscere i posti dove acquistare in sicurezza. Altra difficoltà la spedizione. I giochi sono sparsi in tutto il territorio Americano e io dovevo farli arrivare a New York, dove c’è il magazzino per la partenza del container. Organizzare le prese e fare in modo che i giochi facciano migliaia di chilometri indenni è un lavoro enorme.
Quali sono i tuoi videogiochi preferiti e perché?
I giochi legati al passato sono Space Ace, disegnato da Don Bluth ex disney, Ghouls’n Ghosts e Donkey Kong. Poi ci sono i giochi da collezione che ho cercato e trovato in America, Food Fight di Atari, Death Race di Exidy e la Captain Chair di Star TreK di SEGA.
Tu eri un frequentatore delle sale giochi, raccontaci la tua esperienza e perché ormai non esistono più (se non nei luoghi di villeggiatura)?
Io prendevo il treno a Vicenza per andare nella sala giochi, super fornita di cabinet originali, a Verona vicino all’Arena e solo li vedevo giochi mai visti da nessun’altra parte. Poi frequentavo la sala del mio paese dove mi rifugiavo pomeriggi interi a guardare gli altri giocare e sentire le indiscrezioni su possibili trucchi da usare nei giochi.
Oggi questi luoghi non esistono più, nemmeno nei luoghi di villeggiatura perché i giochi esposti sono quasi tutti REDEMPTION, ovvero macchine a ticket con i quali è possibile ricevere, per legge, un regalo del valore massimo di 20€. Ai miei tempi avevi solo la gloria di avere il miglior punteggio del paese. Oggi se non hai qualcosa in cambio, il videogioco non è interessante. Nel 1997 sono diventate legali le slot machine e da li è cambiato tutto. I noleggiatori di videogame si sono convertiti al gioco d’azzardo e hanno smantellato tutti i vecchi arcade. Oggi si trova pochissimo anche perché le leggi vigenti sono severissime e non permettono di mettere in luogo pubblico videogame senza certificazioni e soprattutto senza nullaosta governativo
Nel web grazie ai vostri canali social, le persone hanno scoperto il dietro alle quinte del recupero dei cabinati arcade. Ti aspettavi questo successo e seguito di pubblico?
A dire il vero non riesco a quantificare le persone che amano guardare i nostri video. Penso sempre che siano 3 o 4 amici che hanno la nostra passione. Ammetto che è molto gratificante parlare alle fiere con chi condivide la stessa passione e ti riconosce al primo sguardo. Poi, c’è il lato oscuro di chi ti contatta chiedendoti informazioni via messaggio su come riparare un monitor o una scheda e li cominciano i dolori, non capiscono che è impossibile dare queste informazioni via messaggio perché servono misurazioni e controlli con vari strumenti per identificare il vero problema o il guasto.
A Dicembre Arcade Story sbarca in tv, raccontaci com’è nato il progetto e cosa mostrerete agli spettatori.
È dal 2019 che riceviamo proposte di creare documentari o format sulla nostra realtà. Mai nessuno, però è andato fino in fondo. Ricordo, nel periodo pandemico, che un’azienda aveva aperto un crowdfunding con delle riprese a delle nostre fiere e nel nostro magazzino, ma non ebbe successo, penso anche perché il periodo non era dei migliori. Nel 2022 mi telefonarono chiedendomi un provino, ci presentammo io e Andrea e ci chiesero solo i dati anagrafici e sparirono per sempre. Nel Marzo del 2023 vennero a trovarci coloro che nell’estate appena passata furono i fautori delle riprese ed oggi eccoci qui ad aspettare intrepidi l’inizio della serie TV che ci vede protagonisti. Le riprese sono tutte basate sulla verità dei fatti accaduti negli ultimi mesi ad Arcade Story e non c’è nulla di preparato. Io e Andrea siamo proprio così come ci vedete di solito nei video su Facebook, alle prese con mobili da restaurare o elettroniche che non vogliono partire. Poi presentano tutti gli amici che gravitano intorno al gruppo, Andrea Vesnaver con i suoi cosplay, l’importantissimo apporto di Domenico Cervini che grazie alla sua competenza riesce a riparare anche le schede più disastrate facendo tornare in vita videogiochi ormai dati per morti e sepolti, Mike Colucci la nostra faccia sui social di Instagram, Jessica Armanetti pro gamer e instancabile giocatrice, noi la sfruttiamo come betatester per le schede riparate da Domenico. Poi ci sono gli esperti, Carlo Santagostino e Federico Croci i quali hanno sempre qualcosa da insegnarci per quanto riguarda il mondo dei videogiochi.
Si parla sempre di videogiochi e violenza, cosa ne pensi?
Una cazzata fatta per vendere notizie. Lo sanno tutti che se guardi un film splatter poi non vai a spappolare teste in giro per la città. Ovvio che un gioco va dato in mano ad un bambino con le dovute cautele e spiegandogli la differenza fra realtà e finzione. Io ho fatto iniziare a giocare mio figlio a 3 anni e da allora ha sempre giocato tutti i giorni con tutte le console che hanno attraversato gli ultimi 22 anni. Oggi si sta laureando in Fisica a Padova con la media che gli consente di accedere alla magistrale.
Il prossimo progetto di Arcade Story?
Al momento vediamo cosa succede dopo la serie TV. Anche perché, quest’anno è stato bello impegnativo. Abbiamo contribuito alla trasmissione HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO creando la sala giochi Jolly Blue, abbiamo allestito l’inaugurazione di SKY alla prima della prima puntata della serie, abbiamo allestito una sala giochi per il compleanno di Radio24, abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo per far giocare gratuitamente con i nostri arcade anni 80 e abbiamo fornito alcuni giochi a dei vip. Più di così non saprei cosa aspettarmi, sinceramente
Sito ufficiale:
https://www.arcadestory.it/