I Cavalieri del Re, gruppo specializzato in sigle di cartoni animati è stato sicuramente il più rappresentativo degli anni 80.
Oggi abbiamo l’onore di ospitare e intervistare sulle pagina de glianni80: Serina Guiomar.
Eccoti le chiavi della DeLorean, la nostra macchina del tempo: ora puoi tornare nel passato, in un anno a scelta della decade ottanta.
Qual’è la prima cosa che fai?
1981 prendo la bici e vado alla Cascina 3F.
Cosa rappresentano gli anni 80 per te?
Un periodo fantastico sotto tanti aspetti, fatto di cambiamenti radicali, incontri straordinari, l’ingresso nel mondo della musica che era da sempre era il mio sogno e l’incontro con l’amore.
Cosa ti manca del periodo?
Le passeggiate in bicicletta lungo il naviglio e, cosa scontata ma vera, mi mancano i Cavalieri.
Mi manca la magia delle ore passate nello studio di registrazione, a volte anche dieci, dove ho avuto il privilegio di condividere un fantastico viaggio nel mondo della musica vedendo all’opera un artista completo come lo è Riccardo Zara dal quale ho imparato molto.
I Cavalieri del Re hanno avuto un notevole successo praticamente dalla
loro prima pubblicazione: cosa ricordi di quel periodo?
All’epoca immaginavate di destare tanto clamore?
Ero da poco rientrata in Italia a invito di Clara e Riccardo per aiutare quest’ultimo nello studio di registrazione sia come fonico che per altre mansioni richieste inerenti a lavori di ufficio e, confesso, non ho partecipato alla realizzazione del brano La Spada di King Arthur.
Il successo di questo brano ha fatto sì che sia il pubblico che diversi programmi televisivi chiedessero di poter conoscere i Cavalieri del Re che in pratica ancora non esistevano. Quindi la RCA chiese a Riccardo di creare il gruppo e cosi Zara decise la formazione includendo me ed il figlio Jonathan.
Effettivamente non immaginavamo di destare tanto clamore, è stata una bellissima sorpresa per tutti noi, anche per la RCA.
Riccardo comunque aveva già sfornato successi come Viaggio di un Poeta, Woobinda, Lessie ed altri ancora.
Spesso molti artisti degli anni ’80 sono finiti nel dimenticatoio, ma questo sembra non valere per quanti hanno costruito la propria carriera sulle sigle dei cartoni animati, all’epoca forse un po’ bistrattati. A distanza di tanti anni, ti meraviglia vedere ancora l’interesse e l’entusiasmo da parte di fan?
Sì, mi meraviglia ed è molto piacevole sentire il loro entusiasmo nel dire che siamo stati la colonna sonora della loro infanzia e che dopo tanto tempo ci portano nel cuore e che ci tengono far conoscere ai loro figli le nostre canzoni.
Bellissimo anche he tantissime Cover Band suonano con entusiasmo le nostre canzoni. Approfitto per ringraziare di cuore tutti loro.
Qual è la canzone dei Cavalieri del Re alla quale sei più legata?
Senza dubbio Mach5 e Il Libro Cuore anche se sono affezionata a tutte con un occhio di riguardo anche a quelle uscite solo in Opera Omnia.
La vostra era una formazione atipica, essendo una famiglia.
Com’era lavorare in un contesto tanto particolare?
Sì, da un certo punto di vista molto piacevole, in quanto vi era una maggiore complicità e ci sostenevamo a vicenda nonostante non siano mancati momenti di forti tensioni anche dovuto ad incompatibilità di caratteri.
A lungo andare però le incompatibilità, unite ad altri fattori anche esterni, ci ha creato delle difficoltà insormontabili. Oggi sono solita dire che essere una famiglia è stata la nostra forza ma anche la nostra debolezza.
Il ruolo di tecnico del suono è storicamente stato appannaggio degli uomini. Raccontaci qual è stato il tuo percorso.
Partiamo dall’estate 1972 quando per un breve periodo ho lavorato come DJ in un locale di Rimini, ma a quei tempi era semplice bastava mettere e togliere i dischi con qualche parlato, è doveroso sottolineare che il brano più richiesto era il grande successo del momento Viaggio di un Poeta, brano guarda caso di Riccardo Zara cantato dai Dik Dik ed io ancora non conoscevo Riccardo.
Poi nel 1981 Clara e Riccardo mi hanno invitata a rientrare in Italia per aiutare Riccardo nello Studio di Registrazione ed è così che mi sono ritrovata catapultata a fare il fonico sotto la stretta supervisione di Riccardo che mi ha insegnato tutto. Era bello per me poter accompagnare la nascita e tutti i passaggi della creazione di una canzone ed il momento del missaggio era il più magico.
Oggi sono disponibili file audio praticamente di ogni suono esistente, ma all’epoca dovevate fare tutto artigianalmente. C’è qualche aneddoto curioso?
Devo dire che era divertentissimo. Ad esempio riprodurre il suono degli zoccoli dei cavalli da una scatola del microfono per inserirlo nel brano Complotto a Corte.
Anche l’effetto bollicine per Moby Dick 5 realizzato con una cannuccia e bicchiere di acqua. Ed altri ancora ma rischio di dilungarmi troppo.
Sarai fra gli ospiti dell’imminente quinta edizione di RetroMania80: Qual è il tuo rapporto con la nostalgia?
Meglio guardarsi indietro o si rischia di perdersi il presente?
Secondo me se si riesce ad essere consapevoli che il passato può darti la spinta per migliorare il presente ed il futuro, ben venga guardarsi indietro.
E comunque il passato consolida il presente, il nostro passato sarà sempre parte del nostro vissuto ed è quello che determina il nostro presente ed il nostro futuro. L’importante è non bloccarsi nel passato.
Quali sono gli artisti che più ami?
Quelli che hanno influenzato il tuo modo di cantare e il gusto per determinate sonorità.
Difficile rispondere. Ho amato ed amo ancora svariati interpreti sia della musica italiana, sia della brasiliana che dell’internazionale e ne sono stata contaminata, già a partire dagli anni 60, ovviamente inclusi Beatles, Queen, Bob Dylan, Elton John, Riccardo Cocciante, Mina , Vanoni, Mannoia , Nannini, Gino Paoli, Elis Regina, Toquinho & Vinicius e l’elenco è lunghissimo. Mi sono inspirata molto sia a Mina che a Elis Regina, anche se in confronto a loro sono una goccia di rugiada.
Venendo al decennio che amiamo, come a tutti gli intervistati chiediamo un disco degli anni ’80 che non può mai mancare nella tua playlist.
Senza ombra di dubbio tutto di Bruce Springsteen, Elton John con l’orchestra filarmonica, Sultans of swings dei Dire Straits e quasi tutto di Lucio Battisti.