Home Serie Tv J’Accuse!

J’Accuse!

45
J'Accuse!
Sarà lo spirito olimpico che in questi giorni colora il cielo del tricolore francese, e del rosso rivoluzionario dei berretti frigia, sarà l’overdose di medaglie, record, sport di squadra e sport individuali… ma mi sento, in questo caldissimo agosto, di lanciare il grido reso celebre dallo scrittore Emile Zola.

Il grido più famoso di tutti; il J’ACCUSE!

Ebbene, come l’intellettuale francese gridò il suo sdegno per le vicende dell’affaire Dreyfus, anche io griderò la verità, con tutta la forza della mia onestà intellettuale. Per denunciare un “plagio”.

Beh… magari mi sto facendo un po’ trascinare dall’entusiasmo. Chiedo perciò a voi, miei 25 lettori (manzoniani) di giudicare con i vostri occhi ed il vostro cuore se si tratti o meno di una appropriazione (intellettuale) indebita!

Ma passiamo alla narrazione dei fatti!

Nel 1985 andava in onda una serie culto. una delle più belle di sempre: Ai Confini della Realtà (Twilight Zone). Serie tv tra le migliori di sempre, creata da Rod Sterling.
Credo che tutti noi ci siamo giocati ore di sonno per vedere gli episodi… ai confini della realtà!

La prima stagione debuttò nel settembre 1985; ciascuna puntata era composta da due o tre storie o episodi, che esploravano il mondo della fantascienza o del paranormale.
La sigla musicale del programma, era firmata nientemeno che dai Grateful Dead.

La prima puntata era partita col botto: un giovanissimo Bruce Willis che si trovava a fare i conti con il suo alter ego che in pochi giorni riuscì a rovinargli la vita!. Il titolo era “Da oggi si Cambia“ (tradotto dall´originale: Shatterday).

Ma è la seconda puntata quella che è oggetto del nostro atto di accusa.

Un regista semi-sconosciuto (Tommy Lee Wallace) ed uno sceneggiatore altrettanto anonimo (Joe Gannon) avevano realizzato il secondo episodio della seconda puntata.

Il titolo in Italiano: “Sogno o Incubo“(in inglese: Dream for sale). Anche gli attori non erano stelle bensì praticamente due comparse: Meg Foster e David Hayward.

La storia si apre in un contesto bucolico: una perfetta famiglia “mulino-bianco“ americana, composta da marito, moglie, due figlie ed un cane facendo un pic-nic in uno splendido parco, per celebrare la nuova casa dove andranno a vivere e la promozione (siamo in pieno spirito yuppie reaganiano) del marito.

Alla moglie peró tocca vivere un deja-vu. Il marito apre la bottiglia di champagne, e pochi istanti dopo il marito ripete esattamente la stessa operazione, aprendo esattamene la stessa bottiglia di champagne.

Poi peró i deja-vi si ripetono. Con il piatto del pollo, con le frasi pronunciate dal marito.. ed iniziano delle distorsioni visive… insomma come se si trattasse di un vecchio vhs con il nastro danneggiato.

La moglie si sdraia preoccupata per gli strani fenomeni che sta vivendo e nella scena successiva, la stessa donna riappare in una specie di capsula spaziale. Un tizio in tuta tipo StarTrek le si avvicina in formandola che qualcosa è andato storto con il programma “Country Picnic“ della azienda “Dreamatron“. Fully interactive Dream!

La donna, angosciata, chiede se si trova a vivere un sogno… ed il tecnico star-treck risponde. “no. Questa è la realtá. La vita che sta vivendo invece è il sogno“.
La signora si volta, ed intorno a se vede migliaia di altre capsule come la sua. Con persone, uomini e donne, addormentati, ciascuno vivendo il sogno generato dal computer centrale.

La signora viene riaddormentata e rispedita nel suo sogno, dove riesce appena a dire al suo marito generato dal software Dreamatron che lo ama ed a dirgli addio prima di addormentarsi per sempre.

Mentre nel centro di immagazzinamento degli esseri umani addormentati, la capsula prende fuoco. E la donna perde la vita mentre il team start treck cerca di spegnere l’incendio.

Ok… mancano le pillole blu e rosse. Sicuramente la storia è molto meno articolata di quella delle sorelle Wachoski… ma saremo tutti d’accordo sul fatto che la signora di “Ai confini della Realtà“ stava vivendo nella MATRIX!

Non ci sono guerre tra robot e umani, non ci sono sacche di resistenza come nella saga che racconta della eroica città di Zion e della nave Nabuchadnezzar (o Nabuccodonosor). Non ci sono Neo, Trinity, Morfeo … non ci sono hackers e non ci sono i perfidi agenti Smith.

Quindi io accuso, j’accuse, i produttori ed i registi di Matrix di aver bellamente copiato l’idea originale, senza riconoscere il fatto che noi tutti viviamo… o stiamo vivendo … o vivremo sempre… ai confini della Realtà!!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.