Cantante adolescente riot, agitatrice culturale, sophisticated lady della moda: come si distribuisce tutto ciò in una sola persona?
È possibile, se questa persona si chiama Jo Squillo, la protagonista odierna del nostro episodio di Sentimental dancers.
Qualcuno, parafrasando Freak Antoni, potrebbe dire che non c’è gusto in Italia ad essere poliedrici: se nasci punk, non puoi darti alla moda. E Vivienne Westwood? Ah già, lei è inglese.1980. Giovanna Coletti di Milano esordisce con l’etichetta Cramps Records (sì, quella di Camerini e Finardi, garanzia d’avanguardia, all’epoca) leader delle Kandeggina Gang, band tutta femminile che ama provocare (lancio situazionista di Tampax colorati di rosso sul pubblico, per dire) almeno quanto sperimentare.
Il 45 giri Sono Cattiva è una miscela esplosiva di punk-rock, spirito anarchico e contundenti moniti contro il maschilismo. Non meno provocatori sono i singoli del successivo album Girl senza paura (1981) che esce, ora sì, a nome Jo Squillo.
Videoclip “Violentami, Sono cattiva, Orrore (Live 80 voglia Summer Festival”
Prodotti dal compagno (poi marito) Gianni Muciaccia, ex frontman dei Kaos Rock, Violentami e Orrore scaraventano chi li ascolta in un contesto urban (ieri si sarebbe detto metropolitano) quasi cinematografico, che schiude le porte a nuove possibilità espressive.
L’argentatura new wave rende elegante il punk, e in Italia accade quel che sta già verificandosi fuori: non basta più aver cose – seppur grezze – da dire. Contano molto i modi, e la moda (eccola). Nel 1983, così, arriva Avventurieri.
Videoclip “Avventurieri”
Musiche di Stefano Bonaretti e Alberto Carlo Riva, testo di Bonaretti e Muciaccia – che firma anche la produzione – Avventurieri sale al numero 45 in classifica, forte del suo videoclip girato sull’Etna in eruzione (purtroppo però introvabile in rete).
Non ancora del tutto pop, ma non più punk – e lontano dalla raffinata italo disco dell’album successivo, Bizarre – questo singolo è una meraviglia che non sai come prendere, ma la riconosci limpida e autentica nella volontà di italianizzare attitudini e sensibilità europee.
Blade Runner sull’Etna e un chorus che ha la cazzimma dell’inno generazionale (“Noi, voi, noi, non ci prenderanno mai), Avventurieri è uno sguardo sul futuro figlio della volontà di immaginarselo dark ma pieno di possibilità.
L’altra faccia dei colorati 80s è servita.
Salvetti sul palco della finale del Festivalbar presenta Jo come la regina dell’immagine, del look, dell’estate 1983.
E l’immagine, da un certo momento in poi, prende il sopravvento.
L’occhio diventa il senso che pilota gli anni 80, e anche la futura incarnazione di Jo Squillo: la moda e tutto quello che le ruota attorno diventano centrali nel suo approccio artistico.
Gli anni 90 la vedono sul palco di Sanremo insieme a Sabrina Salerno con Siamo Donne, impegnata nella conduzione di programmi in TV, nel fumetto (come Vivienne Westwood!), fino alla creazione definitiva con TV MODA, che fa dell’immagine la sineddoche artistica totale e totalizzante (percorso speculare e coevo alla KrismaTV di Arcieri e Moser, a pensarci bene).
Arriveranno poi l’attivismo per i diritti delle donne (since 2013) come regista di documentari sul tema, e il Grande Fratello Vip (2021), assolutamente complementari per definire la nostra mercuriale eroina.