La stagione 1980-’81 fu quella della “riapertura delle frontiere” del calcio italiano, dopo il blocco successivo alla disastrosa (eliminazione al primo turno) spedizione azzurra al Mondiale del 1966.
Per la precisione, tale “chiusura” proibì alle società di tesserare giocatori (sia stranieri sia nostri connazionali) provenienti da campionati esteri, mentre coloro i quali risultarono già in forza a squadre italiane poterono restare ai loro rispettivi posti.
Tuttavia, per ovvi motivi anagrafici, il novero di stranieri andò man mano a ridursi, per raggiungere quota zero nell’estate 1978: i campionati 1978-’79 e 1979-’80 furono, dunque, disputati da soli giocatori italiani.
Il 9 maggio 1980 il Consiglio Federale decise la “riapertura delle frontiere”, consentendo alle sedici compagini militanti nella Serie A 1980-’81 il tesseramento di un giocatore straniero ciascuna: di esse, cinque (Ascoli, Brescia, Cagliari, Catanzaro e Como) non sfruttarono tale opportunità, altre ingaggiarono campioni quali il brasiliano Paulo Roberto Falcão (Roma), l’irlandese William “Liam” Brady (Juventus), l’austriaco Herbert Prohaska (Inter), l’argentino Ricardo Daniel Bertoni (Napoli) e il neerlandese Rudolf Jozef “Ruud” Krol, alcune invece incapparono in elementi che per vari motivi (difficoltà di ambientamento, ruolo non consono, eccetera) non resero quanto atteso, quali l’argentino Sergio Elio Ángel Fortunato (Perugia) e il brasiliano Luis Silvio Danuello (Pistoiese).
La prima rete straniera in assoluto dopo la fine del “blocco” arrivò il 31 agosto 1980 e fu opera del brasiliano Juary Jorge dos Santos Filho “Juary” al 51’ dell’incontro Avellino-Catania della terza giornata del girone eliminatorio 2 di Coppa Italia: tale prodezza valse il definitivo 4-1 irpino.
Per quanto riguarda, invece, il campionato, si dovette attendere il successivo 28 settembre, quando Ricardo Daniel Bertoni siglò il momentaneo vantaggio dei padroni di casa al 71’ di Fiorentina-Catanzaro 1-1 della terza giornata.
Da quel 1980 tanti giocatori stranieri sono stati tesserati da compagini italiane: alcuni campioni, parecchi buoni giocatori, innumerevoli “nella media” e tanti (troppi) assolutamente deludenti e non all’altezza delle aspettative.