Di recente abbiamo parlato del brano di Martika Toy Soldiers, che la rese famosa in tutto il mondo scalando le classifiche europee e statunitense.
Oggi parleremo di un’altra artista che potremmo definire “One Hit Wonder”: rimaniamo negli Stati Uniti per dedicarci a un’altra donna dalla grande voce: Suzanne Vega e la sua Luka.
Suzanne non vive un’infanzia facile. Nata a Santa Monica in California, si trasferisce in giovane età a New York, dove cresce in quartieri malfamati della città.
La sua passione per la scrittura e per l’arte in genere emerge fin da piccola: inizia a scrivere prima poesie e a 14 anni scrive la sua prima canzone, iniziando ad esibirsi nei locali della zona. Viene notata dal pubblico e dai discografici: nel 1985 grazie a un contratto con una etichetta discografica, esce il suo primo album, “Suzanne Vega”, che ottiene buoni riscontri in USA ma anche in Inghilterra.
Per il vero successo, però, bisognerà aspettare il 1987 e il secondo album “Solitude Standing”, che contiene le due hit Tom’s Diner e Luka, che tutti conosciamo. Rispetto al primo album, che aveva sonorità tipiche della musica anni 70, questo nuovo lavoro più orientato al genere pop permise alla cantante di diventare popolare un po’ dovunque.
Un po’ dimenticata in Italia, Tom’s Diner è considerata “la madre dell’MP3” essendo stato il primo brano ad essere compresso con l’algoritmo MP3. Karlheinz Brandeburg, l’inventore dell’algoritmo, ascoltò Tom’s Diner alla radio, ne fu colpito e accettò la sfida di “quasi impossibile do comprimere questa calda voce a cappella”. Che divenne invece la traccia di riferimento per il nuovo sistema di compressione del suono.
Luka è invece sicuramente il singolo di maggior successo di Suzanne Vega. Parla di un bambino maltrattato dalla famiglia, un testo molto intenso per una canzone pop.
Durante un’intervista Suzanne ha dichiarato “Alcuni anni fa vedevo questo gruppo di bambini giocare di fronte al mio edificio, e c’era uno di loro, di nome Luka, che sembrava un po’ diverso dagli altri. Mi ricordavo il suo nome e il suo viso, non sapevo molto su di lui. Nella canzone Luka è un bambino abusato, ma non credo che quel Luka nella vita reale lo fosse. Semplicemente sembrava diverso dagli altri bambini che vedevo giocare”.
il singolo come abbiamo detto ottiene riscontri positivi in varie parti del mondo, in America raggiunge la terza posizione della classifica dei singoli; sorprendono anche il primo posto in Polonia, il secondo in Svezia, il terzo in Sudafrica. In Italia ottiene buoni riscontri, la cantante Paola Turci realizza una cover in lingua italiana, Mi Chiamo Luka, con un significato però del tutto differente dalla canzone originale visto che la versione della Turci risulta più una canzone d’amore.
https://www.youtube.com/watch?v=C3RY8gBhPFI
Oggi Suzanne Vega è ancora molto attiva in campo musicale: anche di recente sono usciti nuovi album di inediti in USA; in Europa però tutti la ricorderanno per Luka, che a distanza di anni rimane una canzone capace di toccare i sentimenti di tantissime persone.